Fra le malattie diffuse dai ratti e dai topi estremamente importanti sono il tifo murino , diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi dei ratti, la leptospirosi, diffusa da un batterio presente sangue e nelle urine dei ratti infetti, e la famigerata peste che nel medioevo provocò la morte di 25 milioni di esseri umani nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di microrganismi tifodi, della dissenteria e della rabbia.
La derattizzazione ottiene l’effetto di rendere non colonizzabile e adatto alla riproduzione l’area o l’ambiente trattato. Non potrà mai impedire invece il “passaggio” anche solo temporaneo dei roditori dentro gli ambienti, anche se correttamente e periodicamente derattizzati. La prima parte importante della prevenzione delle infestazioni è rappresentata dalle condizioni della struttura stessa da derattizzare. La nostra azienda vi darà tutti i consigli necessari allo scopo di rendere il vostro locale difficilmente penetrabile dai roditori, e rendendo ancora più efficace il programma di derattizzazione.
Il motivo per il quale non vedete più topi è dovuto proprio al fatto che viene svolto un controllo periodico. Interrompendo il servizio finora svolto, in breve tempo i roditori provenienti dall’ambiente esterno ricolonizzerebbero le aree lasciate libere dalla precedente colonia, vanificando tutti gli sforzi sostenuti per risolvere il problema. La manutenzione, in qualsiasi settore, ha il significato di mantenere un obiettivo raggiunto prevenendone il deterioramento.
Generalmente la Zanzara Tigre ha dimensioni comprese tra i 4 e i 10 millimetri simili alla zanzara comune nostrana. Il suo corpo è nero con bande trasversali bianche sulle zampe e sull’addome, inoltre ha una striscia bianca le solca il dorso e il capo. A distinguere le due zanzare non è solo l’aspetto: Zanzara Tigre infatti è più veloce nel volo, più aggressiva e punge anche in pieno giorno soprattutto nelle ore fresche e all’ombra.
La Zanzara Tigre ama l’acqua, dove si sviluppano le sue larve, anche in piccole quantità. Le sue uova, deposte in luoghi asciutti, sono capaci di svernare perfino in un sottovaso! E’ poi sufficiente che, quando le temperature si alzano in primavera, siano ricoperte da una minima quantità d’acqua per schiudersi. Se il ristagno persiste per almeno 7 giorni, il ciclo si completerà e nasceranno nuovi adulti. Bisogna quindi evitare qualsiasi ristagno. Tutti gli ambienti dove sono presenti le larve vanno trattati da aprile a novembre, con prodotti larvicidi acquistabili in farmacia, seguendo accuratamente le indicazioni riportate in etichetta. Cosa fare: pulire accuratamente i tombini e le zone di scolo e ristagno, trattarli regolarmente e quando possibile coprirli con una zanzariera, eliminare i sottovasi e ove non è possibile evitare il ristagno d’acqua al loro interno, controllare periodicamente le grondaie mantenendole pulite e non ostruite, evitare la formazione di qualsiasi raccolta di acqua stagnante, tenere pulite fontane e vasche ornamentali, eventualmente introducendo pesci rossi che sono predatori delle larve di Zanzara Tigre, svuotare settimanalmente nel suolo e tenere puliti gli abbeveratoi e le ciotole per l’acqua degli animali domestici, coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere ben tese, informare i vicini e i conoscenti sui corretti comportamenti, mettere, quando possibile, zanzariere sui pozzetti. Cosa NON fare: accumulare copertoni e altri contenitori che possono raccogliere anche piccole quantità d’acqua stagnante, lasciare gli annaffiatoi e i secchi con l’apertura rivolta verso l’alto, utilizzare i sottovasi, lasciare le piscine gonfiabili e altri giochi pieni d’acqua per più giorni, lasciare che l’acqua ristagni sui teli utilizzati per coprire cumuli di materiali e legna, svuotare nei tombini gli abbeveratoi, i sottovasi e qualsiasi altro contenitore d’acqua.
Nell'agosto del 2007 in Emilia Romagna sono stati notificati i primi casi di trasmissione del virus della Chikungunya da parte della Zanzara Tigre. I sintomi della malattia sono febbre acuta, cefalea, nausea, vomito e dolori articolari acuti. In alcuni casi, si possono avere anche eruzioni cutanee pruriginose. Nelle zone tropicali e in numerose zone dell’Asia la Zanzara Tigre è vettore di diverse malattie virali, in particolare quelle causate da arbovirus, tra cui la Dengue, la febbre gialla e alcune encefaliti. Nel bacino del Mediterraneo, oltre a quello della Chikungunya sono 6 gli arbovirus attivi che potrebbero essere trasmessi dalla Zanzara Tigre, tra questi il West Nile virus e il virus della meningoencefalite turco-israeliana, alcuni virus della famiglia dei Togaviridae e altri della famiglia dei Bunvaviridae. Nelle nostre zone, oltre ai recentissimi casi di Chikungunya in zone molto delimitate della Romagna, in realtà, la Zanzara Tigre è nota principalmente per il fastidio acuto provocato dalle sue punture che procurano gonfiori e irritazioni persistenti, pruriginosi o emorragici, spesso anche dolorosi. Nelle persone particolarmente sensibili, un elevato numero di punture può dare luogo a risposte allergiche che richiedono attenzione medica. Uno dei danni maggiori associati a questa zanzara, dunque, è il suo impatto sulle abitudini di vita della popolazione.
I cosiddetti "zanzaroni" (così chiamati per il loro aspetto che ricorda quello delle zanzare) appartengono alla famiglia dei Tipulidi e non sono quindi zanzare. Tali insetti non pungono assolutamente; a causare problemi sono le larve che, se presenti in maniera massiccia, possono essere dannose ai prati perché rodono il colletto delle piante erbacee.
L'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) è un sistema di autocontrollo igienico che previene i pericoli di contaminazione alimentare. Esso si basa sul controllo sistematico dei punti della lavorazione degli alimenti dove c'è un pericolo di contaminazione sia di natura biologica che chimica ma anche fisica.
Il metodo H.A.C.C.P. permette l’identificazione e la sorveglianza dei punti chiave che possono determinare una diminuzione dello standard igienico-sanitario del prodotto finito.
È bene ricordare che una delle cause maggiori di scadimento dello standard qualitativo negli alimenti è data dalla contaminazione dovuta ai parassiti. Il disinfestatore riveste un ruolo importante garantendo, con la sua attività , il mantenimento di un ottimale livello di igiene.
La zecca del cane è in grado di trasmettere all’uomo diverse rickettsiosi, infezioni provocate da microrganismi molto simili ai batteri ma che, a differenza di questi, sono parassiti obbligati (si moltiplicano solo all’interno di altri organismi). Tra queste la più famosa è la febbre bottonosa detta anche "Spotted Fevers" che porta a febbre, eruzioni cutanee e macchie nere ("tache noir") su tutto il corpo. In genere è benigna ma se non diagnosticata per tempo può dar luogo a serie complicanze.
La zecca viene attirata all’interno delle case quando le temperature ambientali tendono ad abbassarsi in autunno. Questa situazione si verifica soprattutto quando all’esterno dell’abitazione si ritrovano a sostare i piccioni attirati dal cibo che viene loro talvolta inconsapevolmente distribuito (rimasugli di pane, avanzi di cibo). In questo contesto frequenti sono le segnalazioni di attacchi all’uomo.
La presenza dei tarli spesso si rileva quando il danno è già compiuto. La comparsa dei fori di sfarfallamento o l’eventuale presenza di rosume nelle vicinanze di un mobile o oggetto ligneo infestato sono indice inequivocabile di una infestazione in atto che si sta diffondendo nell’ambiente.
Sui mobili attaccati dai tarli del legno ci sono due tipi di fori. Quelli evidenti sono quelli che l’insetto adulto forma al momento dello sfarfallamento, vale a dire quando l’insetto è maturo ed esce dal manufatto ligneo in cerca del suo consimile di segno opposto per l’accoppiamento. Trattare questi fori è inutile perché ormai la galleria sottostante è stata abbandonata. Il secondo tipo di foro è quello scavato dalla larvetta appena sgusciata dall’uovo deposto sulla superficie del manufatto ligneo. Questo però è così piccolo da essere praticamente invisibile a occhio nudo.
Garantiamo disponibilità di mezzi e operatori entro 24 ore dalla segnalazione ed anche al di fuori del normale orario di lavoro.
Possono vivere e crescere in ambienti differenti come sulle piante, sui fiori, sugli animali, sull’uomo, sull’acqua (anche in quella salata) ma soprattutto nella polvere di casa (e quindi sulla moquette, sui libri…), nei materassi, nei cuscini ecc.
La lotta agli acari non è standardizzabile ed è problematica. Si può intervenire sia agendo sui fattori limitanti lo sviluppo, che utilizzando i mezzi chimici. Nel primo caso diminuendo l’umidità, la temperatura ambientale, tendaggi, peluches, ed altro che possa trattenere la polvere e gli acari.. Nel secondo caso con trattamenti ambientali di vario genere dopo attenta valutazione del perito.
Come per ogni trattamento contro qualsiasi infestante la collaborazione del cliente è essenziale. Per la lotta agli acari della polvere, del tarlo ecc. eseguiamo TRATTAMENTI ULV (Ultra Basso Volume) con l'utilizzo di nebulizzatori che generano "nebbie fredde" (gocce inferiori a 10 micron) in grado di far arrivare i formulati in interstizi inarrivabili con le classiche nebulizzazioni e con l'immissione nell'ambiente di bassissime dosi d'insetticidi o FUMIGAZIONI con l'impiego di termonebbiogeni,generatori di "nebbie calde". Per facilitare l'operato dei tecnici e avere un'ottimo risultato è essenziale: tenere chiuse/sigillare tutte le aperture verso l'esterno (finestre,porte,cappe,caminetti ecc.), comunicare al tecnico il posizionamento dei pannelli elettrici, in caso sia necessario il distacco della corrente elettrica, in cucina,(da non fare per acari delle derrate) sigillare alimenti e bevande in contenitori o sacchi di nylon in modo che questi non vengano a contatto con gli insetticidi, gli armadi,i cassetti e i ripiani delle camere devono essere liberati da biancheria, abiti, coperte, lenzuola ecc.
L'acaro non affoga ma riesce a circondarsi di un involucro aereo che gli permette di respirare anche nell'acqua. -Per quanto riguarda il lavaggio di lenzuola e coperte, bisogna ricordarsi che con il lavaggio a temperature oltre 60°C tutti gli acari muoiono, mentre nell’acqua tiepida gli acari si moltiplicano. Se non si vuole giungere a quelle temperature si possono utilizzare 5 ml di olio di eucaliptolo (si compra in erboristeria) aggiunto all'usuale detergente. Si fa poi il normale ammollo con acqua a 30° per 30-60 minuti. Gli indumenti invece vanno lavati a 55-60°C; se non possono essere lavati, mettere gli abiti nel congelatore come i pupazzi di peluche per almeno 24 ore. Nel lavaggio manuale utilizzare 20 ml di olio di eucalipto in 10 litri di acqua. Per fare l'ammollo dei vestiti si possono usare 3 ml di benzilbenzoato in 10 litri di acqua.
L'impiego dei pulitori a vapore è controproducente: emettendo calore e umidità anziché eliminare gli acari, ne stimolano la proliferazione.
Carla
Responsabile Commerciale
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