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La strage di palme in Sardegna: il Punteruolo Rosso

2015-10-15 Dott.sa Carla Petta ha pubblicato:

Il Rhynchophorus ferrugineu comunemente noto come Punteruolo Rosso è un parassita originario dell’Asia. Comparso per la prima volta in Europa nel 1994, specificatamente in Spagna, il Punteruolo Rosso è un organismo particolarmente dannoso per diverse specie di palme. La prima segnalazione in Sardegna del Punteruolo Rosso è stata fatta nel 2007 nel comune di Barisardo. Successivamente l’infestazione si è propagata in tutta l’Ogliastra dove sono state abbattute fin’ora oltre 500 palme, la cui quasi totalità apparteneva alla specie Phoenix canariensis, mentre la P. dactylifera è sembrata più resistente. I danni provocati dal Punteruolo Rosso sono visibili solo quando l’infestazione è ormai in fase avanzata: la chioma della palma inizia ad avere un portamento anomalo, perde la sua simmetria verticale fino ad assumere una disposizione totalmente divaricata che la fa assomigliare ad un ombrello aperto. Nelle fasi terminali la pianta collassa, si arriva alla perdita completa delle foglie e i Punteruoli Rossi presenti all’interno migrano in cerca di nuovi esemplari di palma dai quale alimentarsi.

punteruolo rosso

Le difficoltà di intervento sono date dal fatto che il Punteruolo Rosso svolge gran parte del suo ciclo biologico all’interno della pianta, risultando difficilmente raggiungibile dai comuni sistemi di lotta. Vista la grande importanza delle palme sul piano paesaggistico e naturale la Regione Sardegna è intervenuta attuando un programma triennale per l’eradicazione del Punteruolo Rosso basato su diversi interventi: Il monitoraggio degli adulti con trappole innescate con feromone di aggregazione che catturano individui dei 2 sessi, utili per rilevare l’entità della popolazione dell’insetto presente in un dato territorio. Controllo biologico: essendo un parassita di nuova introduzione nel nostro territorio, non ci sono antagonisti naturali capaci di esercitare un controllo significativo. Fra gli agenti biologici segnalati sul Punteruolo Rosso figurano il nematode Praecocilenchus ferruginophorus, il batterio Pseudomonas aeruginosa e un virus della poliedrosi citoplasmatica che attacca tutti gli stadi larvali. Nonostante tutto questi nemici naturali del Punteruolo non sono ancora stati utilizzati efficacemente nella lotta biologica.

punteruolo rosso

Controllo colturale: consiste nell’eliminazione delle piante colpite o sintomatiche, permettendo l’eliminazione dei focolai di infestazione rappresentati dalle piante che possono contenere centinaia di individui di punteruolo nei diversi stadi. Sono ammessi diversi sistemi come la triturazione, la bruciatura e l’interramento. Controllo biotecnico: basato sull’impiego di trappole (identiche a quelle impiegate per il monitoraggio) innescate con feromoni di aggregazione per la cattura di massa, chiamata mass-trapping. Lo scopo è quello di catturare la maggioranza degli adulti per abbattere la densità di popolazione del Punteruolo. Giocoforza l’efficacia del metodo dipende da densità, dislocazione e gestione delle trappole. I risultati di questo metodo di lotta preventiva si possono osservare solo a lunga scadenza. Uso delle microonde: devono la loro efficacia alla capacità di riscaldare un materiale in modo differenziato e selettivo in base al contenuto in acqua. Il trattamento prevede l’utilizzo di macchine dotate di generatori elettrici di microonde che irraggiano l’energia ad altissima frequenza verso il centro della palma. Con questa tecnica la mortalità dei diversi stadi del punteruolo varia dal 55 al 100%, con danni insignificanti alle palme. Controllo chimico: Le più efficaci misure di lotta contro il punteruolo sono quelle preventive basate su trattamenti insetticidi con prodotti fitosanitari autorizzati. Visto però l’esile numero di prodotti registrati, il Ministero della Salute Italiano concede deroghe speciali per l’uso di particolari prodotti fitosanitari sulle palme.

punteruolo rosso

L’obiettivo degli interventi con insetticidi di contatto è quello di uccidere gli adulti prima che sia avvenuta l’infestazione. Questi trattamenti, ripetuti periodicamente, potrebbero limitare le infestazioni, ma trovano difficoltà nell’essere applicati in ambiente urbano. Inoltre il comportamento tipicamente endofita delle larve rende problematico l'intervento curativo mediante endoterapia su piante già infestate, in quanto le stesse larve possono insediarsi in profondità all’interno dello stipite, sfruttando le notevoli dimensioni delle piante attaccate e la particolare struttura dei vasi conduttori delle palme. L’efficacia dei trattamenti endoterapici non può essere sempre garantita. Il giro di vite messo in moto dalla Regione Sardegna, con finanziamenti di diverse centinaia di migliaia di euro, è sintomatico delle dimensioni di un’infestazione così grave.

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